Dove la terra brucia, la memoria dello zolfo

Un itinerario che percorre la storia profonda di un territorio la cui geologia peculiare ha custodito per millenni una ricchezza mineraria capace di plasmare non solo il paesaggio, ma anche le economie, le identità culturali e le forme sociali della Sicilia centrale.

Attraverso musei e luoghi emblematici, si esplora il tema dell’estrazione, un intervento sul territorio che ha significato fatica e ingegno ma anche una continua rielaborazione culturale. Per quasi due secoli intere generazioni di minatori, operai, manovali e tecnici hanno vissuto le loro esistenze a stretto contatto con il minerale, a cominciare dall’infanzia sacrificata nelle viscere della terra. In funzione della presenza di grandi masse di manovalanza mineraria, molti centri, tra i quali i paesi di Valguarnera e Villarosa si popolarono enormemente, per poi svuotarsi con l’esodo del lavoro minerario.

A partire da Palazzo Prato, sede del Museo Etno Antropologico e dell’Emigrazione Valguarnerese, si raggiunge il Parco Minerario Floristella-Grottacalda, tra i più significativi insediamenti di archeologia industriale nel sud d’Italia, mentre la storia sociale e migratoria di Villarosa è raccontata dal Treno Museo e dalle case museo di Villapriolo, fino alla Mostra permanente della civiltà mineraria allestita nella sede della Lega Zolfatai fondata nel 1903 a Piazza Armerina.

Un intreccio di storie e luoghi da seguire passo dopo passo: la mappa interattiva guida l’esplorazione della rete ecomuseale attraverso un itinerario narrativo.

Palazzo Prato, Museo Etno Antropologico e dell'Emigrazione Valguarnerese

Presso Palazzo Prato, l’associazione assegnataria Valguarneresi nel mondo si configura come un punto di riferimento per le ricerche d’archivio sull’emigrazione tra il XIX e il XX secolo, con particolare attenzione al contesto locale. L’associazione si impegna nel recupero, nella conservazione e nella musealizzazione di oggetti appartenuti alla vita quotidiana di intere generazioni: una storia comune spesso segnata da precarietà, ma vissuta sempre con profonda dignità e meritevole di memoria. Attrezzi agricoli, strumenti da miniera, oggetti domestici e testimonianze dell’esperienza migratoria vengono raccolti non come semplici reperti, ma come simboli culturali, espressioni di un sistema di valori condiviso e profondamente umano. All’interno dello spazio museale questi oggetti sono restituiti al pubblico nel loro autentico significato, offrendo una narrazione viva e partecipata del passato.

Valguarnera

Casa museo Caripa

La Casa Museo Caripa è uno spazio dedicato alla conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale di Valguarnera, attraverso il racconto di oltre due secoli di storia locale. Collocata in un’antica torre di controllo a difesa della Porta di Piazza – uno degli ingressi storici alla città – la casa viene abitata fin dai primi anni dell’Ottocento da una famiglia borghese che vi trascorre gran parte della propria vita. Con il tempo, l’edificio si trasforma da semplice abitazione a luogo di memoria storica. Nel 2014, una famiglia valguarnerese decide di acquisirlo e aprirlo al pubblico, preservandone l’autenticità e le condizioni originali. Al suo interno si conservano oggetti, documenti, riviste e testimonianze che raccontano la vita quotidiana, le tradizioni artigianali, gli eventi e la cultura che hanno contraddistinto la comunità di Valguarnera.

Valguarnera

Circolo Unione

Il Circolo Unione è il più antico esempio di associazionismo a Valguarnera, fondato intorno al 1810 durante il periodo borbonico dal ceto dei cosiddetti “civili” o “galantuomini”: medici, avvocati, farmacisti, insegnanti, impiegati e proprietari terrieri. Il circolo era luogo di incontro per letture, conversazioni, affari e decisioni condivise, e divenne presto un centro nevralgico della vita sociale e culturale del paese. Letterariamente ricordato da Francesco Lanza nella novella L’ora del Circolo (1928), fu anche legato a iniziative caritatevoli come il “Boccone del Povero”, promosso dal beato Giacomo Cusmano. Dopo l’Unità d’Italia cambiò nome in Casino Garibaldi, mentre durante il fascismo divenne sede del Circolo Fascista di cultura, con tracce ancora visibili nei locali. Nel 1943 dopo la caduta del regime il circolo fu ricostituito e dal 1948 prese ufficialmente il nome di Circolo Unione.

Valguarnera

Società Rurale Cristiana di Valguarnera

La Società Rurale Cristiana, esempio di cooperativismo agricolo cristiano e di lotta al gabellotismo mafioso in Sicilia, è stata fondata il 14 giugno 1900 dal parroco don Giuseppe Lomonaco, ispirato all’enciclica Rerum novarum e al pensiero sociale di don Luigi Sturzo. Insieme a 22 agricoltori e 3 sacerdoti, Lomonaco costituì una cooperativa con lo scopo di migliorare le condizioni morali e materiali dei soci, offrendo loro terre in affitto e prestiti agevolati. La società mirava a eliminare la figura del gabelloto, spesso legato alla mafia agraria, permettendo agli agricoltori di affittare direttamente i latifondi e gestirli in forma collettiva o a mezzadria. Uno dei successi più significativi fu l’affitto del feudo di Pietratagliata (Castello di Gresti) poi suddiviso tra i soci tramite sorteggio pubblico. La sede storica della cooperativa continua a custodire con orgoglio la memoria e i valori di questa esperienza di riscatto contadino e impegno cristiano.

Valguarnera

Parco Minerario Floristella-Grottacalda

Il Parco Minerario Floristella-Grottacalda, situato tra Enna, Valguarnera, Aidone e Piazza Armerina, sorge nell’area delle omonime miniere di zolfo attive fino agli anni ’80 del Novecento. È uno dei principali esempi di archeologia industriale del Sud Italia, testimone delle tecniche estrattive sviluppatesi dal Settecento in poi. Nel parco si conservano forni storici (calcarelli, calcaroni, forni Gill), pozzi, castelletti, discenderie e una tratta ferroviaria interna. Le discenderie, scavate a mano, raccontano le dure condizioni di lavoro dei carusi, spesso giovanissimi. Elemento di rilievo è Palazzo Pennisi, residenza ottocentesca padronale, che ospitava uffici, servizi, granai, cantine e una cappella. Oggi accoglie mostre fotografiche e collezioni dedicate alla vita dei minatori e al movimento dei Fasci siciliani. All’ingresso del parco si trova l’ex palmento Pennisi, collegato al palazzo da una scenografica scalinata in pietra, ora sede di una mostra sul ciclo del grano e le tradizioni artigianali. Il parco, infine, conserva anche un rilevante patrimonio naturalistico, con specie adattate ai terreni minerari, zone umide e sorgenti sulfuree che alimentano il Rio Floristella.

Valguarnera

Treno museo

Il Treno Museo dell’Arte Mineraria e della Civiltà Contadina, inaugurato nel 1995, è composto da otto vagoni storici allestiti con oggetti, fotografie e attrezzi d’epoca. Durante la visita, una voce narrante diffusa dagli altoparlanti accompagna i visitatori, raccontando le dure condizioni di vita dei carusi e dei minatori che lavoravano nelle zolfare dell’Ennese e di Caltanissetta. L’ultimo vagone ospita una suggestiva galleria: un antico carrello colmo di zolfo, le lampade usate per scendere in miniera e rare fotografie originali che documentano momenti autentici della vita sotterranea. Unico nel suo genere in Europa, il Treno Museo offre un viaggio immersivo nella memoria del lavoro minerario e delle tradizioni contadine.

Villarosa

Case museo di Villapriolo

Villapriolo, frazione di Villarosa, rappresenta un esempio significativo di borgo contadino e minerario, caratterizzato da un’attenta conservazione del patrimonio storico e culturale. Diverse abitazioni storiche, originariamente dimore di emigranti, sono state trasformate in case museo, che custodiscono reperti, strumenti e documenti rappresentativi della tradizione agricola e mineraria locale. Questi spazi offrono un’importante testimonianza delle condizioni di vita e delle pratiche lavorative della Sicilia rurale e mineraria del passato. Tra gli edifici e le strutture di rilievo si segnalano: la Casa dello Zolfataio, residenza tipica dell’operaio minerario; l’abitazione contadina risalente alla fine del XIX secolo; la Casa dell’Emigrante; il Baglio del Grano, legato alla coltivazione cerealicola, definita “oro di Sicilia”; la Stalla con le attrezzature d’epoca; la Bottega del Ciabattino; la Casa del Carretto Siciliano; il Baglio del Casaro; il bevaio in pietra di cuto del 1800; la Vallata dei mulini ad acqua e i vecchi lavatoi del borgo. Completa l’offerta culturale la ricostruzione in miniatura della Passione di Gesù Cristo, allestita all’interno di un ex granaio ottocentesco.

Villarosa

Sede Lega Zolfatai - Mostra permanente della civiltà mineraria

La mostra permanente della civiltà mineraria, allestita nella sede della Lega Zolfatai fondata nel 1903, è dedicata alla tutela della tradizione mineraria legata all’estrazione dello zolfo nella Sicilia centro-orientale. Espone una vasta collezione di cristalli di zolfo, modelli in miniatura di calcheroni, forni Gill per la fusione dello zolfo, argani con pozzi associati, vagoni su binari utilizzati per il trasporto del minerale, e strumenti impiegati nelle diverse fasi di lavorazione. Una nicchia ospita una statua di Santa Barbara, protettrice dei minatori. Completano l’esposizione una rassegna fotografica in bianco e nero che documenta le tecniche di estrazione e la trasformazione dello zolfo.

Piazza Armerina

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