Nella terra delle dee

Un itinerario nel patrimonio archeologico, ambientale e immateriale alla ricerca delle cosmogonie che hanno informato pratiche e rappresentazioni culturali nella lunga storia dell’entroterra mediterraneo, a partire dall’edificio storico recuperato dell’ex esattoria comunale di Aidone, il visitor center nella Terra delle dee.

Le rocce, i valloni, le grotte e le prolifiche colline del territorio hanno rappresentato nell’immaginario delle civiltà classiche la culla reale e simbolica dell’attività agricola sistematica, retta sulla coltivazione di orzo e frumento, beni essenziali dell’economia di sussistenza che hanno disegnato lo scenario agro-pastorale dell’area per molti secoli e, ben oltre le testimonianze storiche, fissato la loro rilevanza simbolica nel complesso mitico delle divinità greco-romane Demetra/Cerere e Kore/Proserpina, diffuso universalmente nell’area mediterranea. Una cosmogonia che interpreta la nascita del ciclo agrario stagionale e la simbologia del grano come fonte di vita e di sussistenza concessa dalle divinità mitologiche, che proprio in questi paesaggi vedono sorgere i più imponenti luoghi di culto ad esse dedicati.

Dal patrimonio archeologico e mitologico della splendida polis ellenistica di Morgantina ai tesori custoditi nel Museo di Aidone, nel rilievo fiero della Rocca di Cerere fino al lago di Pergusa, ognuno di questi luoghi racconta e rinnova il mito, intrecciando natura, storia e orizzonti simbolici.

Un intreccio di storie e luoghi da seguire passo dopo passo: la mappa interattiva guida l’esplorazione della rete ecomuseale attraverso un itinerario narrativo.

Visitor center: Palazzo dell’ex Esattoria comunale

L’edificio, risalente probabilmente al Settecento, fu sede di un Monte di Pietà grazie al cospicuo lascito testamentario, destinato a opere di beneficenza, da parte dei fratelli Luciano e Giuseppe Palermo a fine Ottocento. L’Istituto di prestito su pegno fu istituito e regolarmente costituito in Ente Morale dal 1845 ma funzionò per solo fino al 1943. La funzione del Monte di Pietà era quella di finanziare persone in difficoltà, a tal fine i beneficiari fornivano in garanzia del prestito beni di valore che venivano restituiti all’estinzione del debito.
L’edificio fu in seguito riutilizzato come esattoria, chiuso poi per lungo tempo e abbandonato all’incuria.
Alcuni anni fa, in seguito a un lungo restauro, l’ex Opera Pia è stata restituita alla comunità come centro culturale polivalente. L’edificio è in calda pietra calcarea proveniente da una cava locale, al centro del prospetto principale si apre un portone con arco a tutto sesto e motivi decorativi tipici del barocco siciliano. Al primo piano, tre grandi finestre con soglia, stipiti e architravi in pietra locale danno luce a grandi sale che ospitano attività di promozione culturale e turistica del patrimonio storico della città.

Aidone

Museo archeologico di Aidone

All’interno dell’ex Convento dei Padri Cappuccini, un raffinato e suggestivo allestimento museale restituisce i reperti di Morgantina, con particolare attenzione a quelli rientrati da noti musei internazionali dopo i trafugamenti degli anni Settanta e Ottanta del Novecento a seguito di scavi clandestini. Il percorso espositivo si apre con il prezioso patrimonio archeologico tra cui spiccano la coppia di Acroliti della fine del VI secolo a.C., tra i più antichi esempi di scultura greca di influsso insulare realizzate con la sofisticata tecnica acrolitica; l’imponente statua della Dea della fine del V secolo a.C., realizzata secondo la tecnica pseudo-acrolitica, il tesoro di argenti ellenistici, probabilmente appartenente al servizio da banchetto del pritaneo cittadino; la suggestiva testa di Ade in terracotta policroma del IV secolo a.C.
L’intera collezione testimonia in modo coerente la centralità del culto di Demetra all’interno del territorio del Rocca di Cerere Unesco Global Geopark.

Aidone

Polis ellenistica di Morgantina

Tra le più ampie e meglio conservate aree archeologiche del Mediterraneo, Morgantina sorge su un rilievo di sabbie e arenarie, ricco di risorse idriche grazie al substrato di argille marnose. Fondata come centro indigeno, fu ellenizzata tra la fine del VII e l’inizio del VI secolo a.C., conquistata da Ducezio nel V secolo e rifiorita in età ellenistica, raggiungendo il massimo splendore nel III secolo a.C. sotto l’influenza di Gerone II di Siracusa. Restano visibili l’agorà a due livelli, il teatro, edifici pubblici, abitazioni con mosaici e affreschi, come la celebre “Casa di Ganimede”. Spiccano anche due impianti termali, tra i più antichi dell’isola, uno dei quali potrebbe essere stato progettato con il contributo di Archimede. Abbandonata nel I secolo a.C. e mai più rioccupata, la città conserva intatte le sue strutture originarie, offrendo un’immagine autentica di una polis ellenistica dell’entroterra siciliano. L’attività di scavo continua ad arricchire il sito, che oggi ospita eventi culturali come il Barbablù Fest e Morgantina Rivive, rafforzando il legame tra comunità locale, visitatori e patrimonio storico.

Aidone

Lago di Pergusa

Il lago di Pergusa si trova all’interno di una conca subellittica circondata dalle alture dei monti Erei.
È l’unico lago endoreico della Sicilia, privo di immissari ed emissari, e di origine tettonica.
Costituisce un’importante zona umida nel cuore dell’isola, punto di sosta fondamentale per gli uccelli migratori e habitat di un’ampia varietà di avifauna. Un fenomeno unico al mondo provoca la colorazione rossa delle acque in particolari condizioni di luce e temperatura, per opera di alcuni microrganismi. Questo effetto, dovuto allo sviluppo di solfobatteri, rappresenta anche un meccanismo naturale di autodepurazione. Luogo di suggestione e ispirazione, è stato citato da autori antichi come Ovidio, Cicerone, Livio e Diodoro Siculo. Secondo il mito, fu proprio qui che Plutone rapì Proserpina, figlia di Cerere. Il dolore della madre, dea della fertilità, provocò il declino dei raccolti. Solo grazie all’intervento di Giove, fu concesso che madre e figlia potessero ricongiungersi per parte dell’anno. Da allora, la lontananza di Proserpina segna l’arrivo di autunno e inverno, il suo ritorno quello di primavera ed estate.

Enna

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