Seguendo i tracciati della ferrovia montana Dittaino-Assoro-Leonforte ci si immerge nell’archeologia industriale legata alla cultura dello zolfo dove il paesaggio non resta sullo sfondo ma domina la scena, modellando il lavoro e le vite di intere generazioni. Un paesaggio scavato dall’attività estrattiva nei segni di antiche zolfare e ripido tra le pendici dell’antico abitato, che nasconde mirabili opere ingegneristiche, come viadotti e gallerie, ancora ben conservate e accessibili. Queste strutture, di grande impatto visivo, sembrano oggi integrate nel contesto ambientale e consentono di immergersi nell’atmosfera dei primi del Novecento, quando lenti convogli, simboli di un effimero progresso, trasportavano minatori ed emigranti verso i giacimenti della Sicilia centrale o lontano in cerca di un diverso destino.
Un itinerario che invita ad esplorare non solo le vestigia di un’infrastruttura e il suo rapporto con il territorio, ma le storie dell’umanità che ha trasportato, le fatiche, le speranze e le profonde trasformazioni di un paesaggio e di un’epoca, cogliendo le asperità dell’immaginario estrattivo.