L’itinerario del grano.
Radici storiche e riserva di biodiversità

Il percorso si snoda dal visitor center Macaluso nel borgo di Cacchiamo, villaggio rurale xibetano, attraverso paesaggi millenari e saperi tramandati attorno ad una risorsa essenziale, al centro di un complesso sistema di relazioni simboliche, sociali ed economiche: il grano.

La coltivazione estesa del frumento nell’entroterra siciliano inizia probabilmente nell’età del Bronzo e si consolida durante il periodo ellenico. Le evidenze archeologiche attestano pratiche di conservazione delle derrate, che con l’aumento della capacità produttiva evolvono verso forme di immagazzinamento sotterraneo, sviluppate grazie alla competenza delle popolazioni indigene nella realizzazione di architetture “a levare”: le cosiddette stanzìe, ancora oggi ampiamente rintracciabili. In seguito, nella “provincia del frumento”, si afferma la struttura romana dei grandi latifondi cerealicoli, mentre le Vie Annonarie, spesso seguendo tracciati ereditati dalle antiche vie greche, diventano arterie strategiche per il trasporto delle granaglie dall’entroterra ai porti.

Un lungo percorso storico che ha lasciato tracce profonde, che si riflettono ancora oggi nel paesaggio rurale e nelle pratiche agricole locali. Il borgo di San Giorgio, situato tra Assoro e Nissoria, con i suoi campi di frumento che mutano colore al variare delle stagioni, offre ancora un’immagine rappresentativa del “granaio del Mediterraneo”, mentre la coltivazione resta alla base della cultura produttiva e alimentare locale, sostenuta da un ricco patrimonio genetico.

Un intreccio di storie e luoghi da seguire passo dopo passo: la mappa interattiva guida l’esplorazione della rete ecomuseale attraverso un itinerario narrativo.

Visitor center Macaluso

Nella frazione rurale di Cacchiamo, che conserva ancora l’identità tipica della Sicilia interna, si trova il Geopark Center Macaluso, vicino a importanti geositi come la bioherma dei “coralli di Cacchiamo”. Il centro, gestito da un’associazione affidataria, offre un percorso divulgativo con supporti multimediali e pannelli esplicativi. La sala di accoglienza presenta contenuti sull’intero territorio del Rocca di Cerere UNESCO Global Geopark; nell’atrio si trova un plastico interattivo dell’area corallina. L’aula didattica ospita la ricostruzione di un pagghiaro, tipica abitazione rurale, e illustra la Via Annonaria Henna-Halaesa con una sezione di stanzìa, antico silos granario. Una sala immersiva racconta la storia geologica del territorio, dalle formazioni vulcaniche ai depositi evaporitici messiniani. Un’ulteriore sala presenta modelli tattili in scala maggiorata che consentono l’interazione tattile, del corallo creatore del rilievo recifale oggi fossile. Il borgo, compresa la Villa Masseria Bongiorno, è dotato di un sistema di interpretazione integrato.

Cacchiamo/Calascibetta

Stanzìe

Sin dal Neolitico in Sicilia si coltivano i cereali ed in particolare il grano duro e ci si occupa della conservazione delle derrate. Nel tempo, la crescente capacità produttiva ha portato alla creazione di sistemi di immagazzinamento sotterraneo, come le stanzìe dell’area del Geopark: fosse troncoconiche scavate nella roccia, parzialmente riempite e sigillate, capaci di creare un ambiente sterile grazie all’anidride carbonica prodotta dalla traspirazione del grano, garantendone la lunga conservazione.

Queste strutture si diffusero ampiamente tra la prima e la seconda guerra punica, quando i territori dell’entroterra siciliano versavano a Siracusa un decimo del raccolto. Con la conquista romana, la decima divenne pratica comune e il trasporto del grano verso Roma divenne essenziale. I metodi tradizionali di conservazione rimasero in uso fino agli inizi del XX secolo, quando cominciarono a essere sostituiti da nuove tecnologie.

Cacchiamo/Calascibetta

Via Annonaria

Assorbita presto nell’orbita di Roma, la Sicilia divenne il granaio della Repubblica e in epoca tardo antica recuperò un ruolo economico centrale. I Romani intervennero subito sulla viabilità, limitandosi per lo più a consolidare antichi tracciati, spesso risalenti alla colonizzazione greca, per collegare i centri agricoli e minerari ai porti destinati all’invio delle merci verso Roma.

Queste strade, dette “annonarie”, erano dedicate al trasporto delle granaglie. Cicerone, nelle Verrine, racconta che nel I secolo a.C. il grano di Henna poteva raggiungere in un solo giorno i porti di Halaesa Arconidea (Tusa), Catania o Finziade (Licata). Cacchiamo si trovava in un punto strategico lungo la via Henna-Halaesa, e proprio per questa posizione privilegiata i feudatari vi costruirono un borgo attorno a una masseria fortificata.

Cacchiamo/Calascibetta

Contrada san Giorgio

San Giorgio è una frazione del territorio comunale di Assoro. Sorge in una posizione panoramica fra le gole meridionali che dominano le vallate di Murra e il Monte Zimbalio. L’abitato, di dimensioni contenute, si sviluppa in modo raccolto, sfruttando la naturale conformazione del terreno. Comprende gli abitati di Bannò (probabilmente il nucleo originario più antico), Di Marco, San Giorgio, Di Pasqua e Screpis. Quest’ultima caratterizzata da un’imponente residenza rurale fortificata, con una torre merlata e caditoie cilindriche sporgenti per il tiro con archibugi. L’assetto del villaggio rispetta antichi tracciati pedonali e la cosiddetta Regia Trazzera Assoro-San Giorgio è stata trasformata in strada provinciale appena un trentennio fa. Durante gli interventi di adeguamento stradale, sono emerse tracce archeologiche di rilievo. In particolare, tra i quartieri Bannò e Di Pasqua, sono affiorati grandi contenitori ceramici (orci) e una lastra recante un’iscrizione in latino, che hanno contribuito a far luce sulle probabili origini storiche dell’insediamento.

Assoro/Nissoria

Rocca di Cerere

Cima calcarenitica, che si sviluppa quasi indipendentemente dal corpo principale del monte, modellata nella sua parte sommitale già in epoca classica come sede del temenos sacro a Demetra e Kore. Su questa stessa roccia Cicerone, nella sua orazione contro il governatore Verre, menziona la presenza delle statue di Demetra e di Trittolemo, eroe greco legato al mito eleusino. Non si conosce con certezza l’esatta ubicazione dei templi ma è probabile che sorgessero nell’area attualmente occupata dal Castello di Lombardia. Il sito della Rocca di Cerere, che gli ennesi chiamano tautologicamente Rocca d’Azeru (dal termine maghrebino azirhou, che indica una cima rocciosa), era già frequentato in epoca preellenica, ma fu soprattutto con i Greci che divenne un luogo di culto ufficiale, meta di pellegrinaggi e riti propiziatori legati al ciclo delle stagioni e al raccolto. Qui si svolgevano probabilmente riti misterici legati alla semina, alla mietitura e alla fertilità della terra, simili a quelli celebrati a Eleusi in Grecia.

Enna

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