La coltivazione estesa del frumento nell’entroterra siciliano inizia probabilmente nell’età del Bronzo e si consolida durante il periodo ellenico. Le evidenze archeologiche attestano pratiche di conservazione delle derrate, che con l’aumento della capacità produttiva evolvono verso forme di immagazzinamento sotterraneo, sviluppate grazie alla competenza delle popolazioni indigene nella realizzazione di architetture “a levare”: le cosiddette stanzìe, ancora oggi ampiamente rintracciabili. In seguito, nella “provincia del frumento”, si afferma la struttura romana dei grandi latifondi cerealicoli, mentre le Vie Annonarie, spesso seguendo tracciati ereditati dalle antiche vie greche, diventano arterie strategiche per il trasporto delle granaglie dall’entroterra ai porti.
Un lungo percorso storico che ha lasciato tracce profonde, che si riflettono ancora oggi nel paesaggio rurale e nelle pratiche agricole locali. Il borgo di San Giorgio, situato tra Assoro e Nissoria, con i suoi campi di frumento che mutano colore al variare delle stagioni, offre ancora un’immagine rappresentativa del “granaio del Mediterraneo”, mentre la coltivazione resta alla base della cultura produttiva e alimentare locale, sostenuta da un ricco patrimonio genetico.